di jessica il lunedì 3 luglio 2006, 15:09
Da quando il 19 giugno del 2001 sono uscita dai rottami dell'auto che guidavo, ho visto il collega che era con me con le gambe fratturate, il viso insanguinato, ed ho scoperto di non riuscire a respirare, ho cambiato completamente idea su cosa significhi saper guidare. Quel giorno rispettavo i limiti, eppure... eppure guidavo con spavalderia e sicurezza, noncurante dei rischi e dei pericoli, nemmeno li potevo immaginare. Ora impiego 10 minuti in più, considero ogni rischio e soprattutto ringrazio per la fortuna che ho avuto quel giorno, quando ho riaperto gli occhi e ho potuto pensare: "sono ancora viva". Nessun atteggiamento è una garanzia ma almeno non accresco le probabilità statistiche. Ho pregato tanto perchè la stessa occasione potesse averla anche Giuseppe, il 25 gennaio: non è stato così, ci ripenso ogni istante, e mi chiedo perchè non ha avuto diritto ad una seconda occasione, per capire, per riconsiderare i pro e i contro, per decidere con un pò di esperienza in più, per valutare quanto la passione per la moto valesse i rischi che si corrono per guidarla.
Succube, ti prego, resta "un lento".